Effetti Collaterali

Primo colloquio con la moglie

- Non riesco a capire - disse il dottor Hobson, rivolto alla donna seduta davanti a lui - il disorientamento mentale di suo marito, se pure possiamo definirlo con tale termine: tutto questo, accaduto così rapidamente, non ha senso logico. Lei mi dice che, fino a poco tempo fa, suo marito, stava bene e che questa sua amnesia, relativa e limitata alla vostra relazione, questa sua improvvisa e parziale perdita di memoria, investe in modo selettivo soltanto ogni conoscenza e ricordo di quanto riguarda lei, signora...

- Sanders, Rebecca Sanders, dottore.

- Come dicevo, signora Sanders, questa sorta di amnesia, per quanto appaia strano, pare investire in modo altamente selettivo solo ogni conoscenza e ricordo di quanto concerne il vostro vissuto insieme, il vostro rapporto sentimentale e nient'altro che questo.

- Sì, è così, - rispose con voce stanca la donna - è così -. Era sulla quarantina, il volto già segnato da qualche piccola e morbida ruga di espressione, il corpo asciutto, le mani magre con dita lunghe e mobili, che accompagnavano, con una serie fine e complessa di gesti, le parole che pronunciava, quasi volesse toccarle e plasmarle a conferma della loro forma e del significato che esse volevano esprimere. Gli occhi grigi, con qualche venatura di azzurro, scrutavano, inquieti, ogni parte della stanza in cui si trovava, smarriti in quel pur piccolo ambiente.

- Oltre a tutto, - riprese il dottor Hobson - a parte questo episodio, suo marito sta del tutto bene e lei mi conferma che, in passato, non gli è mai stato riscontrato alcun sintomo di carattere neurologico o psichiatrico o di alcuna altra malattia, né altro che potesse far pensare ad un qualche disturbo della memoria.

- Oh, Robert ha sempre avuto una salute di ferro, non ha mai preso nemmeno un raffreddore; deve trattarsi del suo sistema immunitario: mi ha spesso raccontato che, quando era piccolo, lui stava sempre bene, non si ammalava mai, mentre suo fratello maggiore passava da una forma influenzale all'altra. Ha deciso di sottoporsi all'antipolivir su consiglio del suo medico, poiché un sistema immunitario, anche se efficiente come il suo, non può far fronte a tutti i virus ed a tutte le loro varianti. C'è voluto un po' di tempo a convincerlo, ma alla fine il suo medico ci è riuscito: del resto oggi, con gli spostamenti di masse di persone da un continente all'altro, in tempi praticamente giornalieri, anche i virus si spostano rapidamente e possono giungere a generare quelle pandemie che fino a poco tempo fa erano esclusive di certe zone della fascia tropicale e subtropicale del pianeta. Così alla fine si è convinto.

- Quindi questa amnesia, così particolare e selettiva si è presentata di colpo, all'improvviso, mentre voi due eravate nel poliambulatorio comunale, dove suo marito si era recato per l'iniezione di antipolivir.

    • - Sì, - rispose la donna, in un soffio di sofferenza controllata, che traspariva appena dalla lucidità degli occhi, rivolgendosi al medico - Robert era appena uscito dalla stanza dove il medico pratica la vaccinazione. Fino ad un momento prima stavamo facendo progetti per la nuova casa, per un figlio e sognavamo del nostro futuro, discutevamo di questo e di quello, abbiamo anche pensato a che nome dare al figlio che volevamo avere. Era tutta la mattina che, per passare il tempo, mentre eravamo in attesa del nostro turno - sa, quel giorno il medico era molto in ritardo, aveva avuto un guasto all'auto - discutevamo di come arredare la nuova...

Il primo matrimonio e la prima separazione

- Ha indovinato, dottore, lei è bravo, sa? Ha detto bene, io sono proprio abituata ad ascoltare ed osservare le persone. Io, con la gente, ci lavoro, devo essere capace di ascoltare ed osservare, io lavoro sulla mente delle persone, sono una biopsicologa.

- Avevo immaginato facesse qualcosa del genere.

- Già, osservare molto, ascoltare molto e parlare poco ed a proposito: queste sono le doti necessarie a fare quello che faccio.

Robert su questo ci scherzava, lui parlava con me in tutta libertà, diceva che io ero la sua bioanalista. Io gli ho sempre detto che non era possibile, che nessuna persona che ha un investimento emotivo con un'altra - come nel nostro caso - può agire in modo bioanalitico su questa, cioè, a dire la verità si può, anche, ma è molto difficile, è complicato e faticoso ed i risultati sono in genere scarsi. Gli ho detto che se voleva qualche colloquio con un bioanalista lo avrei presentato ad un mio collega.

- Ha ragione. Anche noi medici tendiamo a far controllare i nostri familiari dai colleghi e non ad agire in prima persona su di essi.

- Robert mi rispondeva che erano tutte balle. Proprio così, usava questa espressione, tutte balle, diceva anche che il rapporto empatico che esisteva tra noi era un rapporto bioanalitico fallito e un meraviglioso rapporto d'amore, che trascendeva di gran lunga tutte le leggi ferree e grigie della bioanalisi e della biopsicologia, questo lui lo diceva sempre. E qualche volta, sa, ho anche pensato che potesse avere ragione, almeno in parte. Non glielo ho mai detto, s'intende, perché questo modo di pensare non coincide con la mia formazione, ma, talora, gli sono andata dietro, nei suoi ragionamenti, intendo. Lui non ne capiva nulla di biopsicologia e...

Colloquio con l'uomo.

- Beh, non so - stava dicendo l'uomo - non so davvero che altro poterle dire, dottore. Io so solo che quella donna è mia moglie, ma niente altro, nulla di più. E lo so poiché mi è stato detto e non certo perché io ne abbia memoria. Devo dire che non so nemmeno perché l'ho sposata: devo ammettere che sono sposato con lei, poiché me lo avete dimostrato, ma io non ricordo nulla del mio matrimonio, né alcuna cosa della mia vita passata con lei. Per quanto paia impossibile, visti e considerati i fatti, devo ammettere che questa è la situazione: io sono sposato con quella donna. Questa signora a vederla, così, non mi dice niente, salvo che è una bella donna, interessante, piacevole, di sicuro una bella compagna nel viaggio della vita, ma non provo nulla per lei, anzi, forse sono un po' irritato con lei, per la situazione in cui mi trovo, qui in ospedale, voglio dire.

- Irritato? - chiese subito il medico, attento ad ogni parola e ad ogni sfumatura del linguaggio. -

- Oh, per carità, dottore, non mi fraintenda, io non ho nulla contro quella donna, non ho odio, non ho rancore, nulla di tutto questo. Ma nemmeno amore, né alcun altro sentimento...