Ladri di tempo


Terzo giorno - Risveglio

Si svegliò in un lussuoso ascensore, grande quanto la camera da letto di un hotel a 5 stelle, diretto al 136° piano di un edificio, come poteva leggere sul monitor virtuale OloTriDi che emergeva pulsante in rilievo a pochi centimetri dalla parete alla sua destra, in un elegante e artistico sfarfallio di colori, ognuno indicativo di uno specifico livello che l’ascensore superava velocemente per giungere a quello richiesto.

A pavimento c’era una morbida moquette di color verde scuro, pulitissima, nella quale i suoi piedi affondavano per un paio di centimetri; i lati della cabina erano delimitati da tre lisce pareti color bronzo, ondulate in modo irregolare, come a riprodurre l'effetto di una brezza su una tenda e, davanti a lui, un'invitante porta a due ante metalliche rivestite da alcuni quadrotti di radica, chiusa, perfettamente chiusa, come era del resto da aspettarsi in un ascensore in movimento.

La cabina saliva veloce e silenziosa con un soffio appena percepibile, mentre i suoi occhi indagavano il luogo per la terza o la quarta volta, senza peraltro trovare niente che gli fosse famigliare o che gli potesse dire qualcosa.



Agenzia Viaggi - Gli sposi

- Allora, cari signori, mi dite che vi siete appena sposati: mi congratulo per voi, è sempre bello vedere due persone che si amano e decidono di trascorrere insieme la loro vita, il vero amore oggi è una cosa rara… e mi dite che desiderate fare il vostro viaggio di nozze in un ambiente nuovo e diverso dal solito? Un viaggio che non potrete mai più fare quando avrete famiglia con le responsabilità che questo fatto comporterà. Vi comprendo molto bene: anch’io e mia moglie quando ci siamo sposati - sono passati già undici anni, il tempo vola - abbiamo fatto una scelta come la vostra. Abbiamo pensato, abbiamo cercato, abbiamo individuato un posto unico e meraviglioso e abbiamo deciso: ci siamo andati. Da allora non ci siamo mai più mossi: adesso abbiamo due figli, un ragazzo e una ragazza, richiedono un sacco del nostro tempo. Allora… dicevamo, a quanto mi avete accennato, volete fare un viaggio in un luogo inusuale con usanze inusuali, qualcosa di cui vi resti un ricordo, di cui parlare, magari davanti a un caminetto, quando sarete vecchi, anche se adesso è presto per pensare a queste cose, ma si sa, cari signori, il tempo vola. È così?

- Sì, - rispose la donna - vorremmo proprio qualcosa che esuli dalla routine di un viaggio di nozze, qualcosa di diverso dal solito viaggio, dal solito albergo a cinque stelle, dalla solita piscina olimpionica con accanto le solite vasche idromassaggio jacuzzi, qualcosa differente dalle solite visite programmate con la guida ai soliti luoghi artistici locali. Lei ha ben interpretato il nostro desiderio. È proprio come lei ha detto. In un’altra epoca lei sarebbe stato definito un indovino.


Il cavallo

Albeggiava. Il sole compariva lentamente all’orizzonte, fugando le nere ombre della notte e sollevando, in tenue vapore di effimera nebbia, le gocce d’acqua cadute nella secca sera estiva da una nuvola capricciosa e accolte dalla polvere assetata del terreno.

Il cavallo aveva il manto nero come la notte e il carattere ombroso come il vento del primo mattino: ogni rumore lo infastidiva e lo allarmava. L’animale scalpitava, percuotendo il terreno con gli zoccoli ferrati, gli arti frementi per la prossima azione che percepiva dall’odore del suo cavaliere. Nonostante il comando di questi che serrava il morso tirando le briglie, girava in tondo, sollevando nuvole di polvere dalla terra ormai secca sotto i raggi del sole caldo, ora comparso in tutta la sua luminosità, e spaziava con lo sguardo intorno, muovendo la testa come un ciondolo da un lato e dall’altro, saltellando in una danza solo a lui nota, pronto alla corsa e allo scontro che ricordava da altri incontri.







Scomparsa di due senzatetto

- Tenente Alleen, due barboni, cioè, voglio dire due senza fissa dimora risultano scomparsi.

- Scomparsi, Carlton?

- Sì, tenente. Non si vedono più in giro da quattro giorni.

- Qualcuno ha denunciato la loro scomparsa?

- No, tenente, nessuno. Lo ha riferito un volontario della Caritas, che porta i pasti a questi poveretti, a uno dei nostri agenti che rientrava dal pattugliamento serale. Era Ronson, si trovava in auto, fermo al semaforo rosso dell’incrocio fra la Sesta Avenue e Soumpton Street, quando questo volontario gli si è avvicinato e glielo ha comunicato. Aveva osservato che da un paio di giorni non si presentavano alla mensa e nemmeno nei luoghi di distribuzione di generi alimentari di prima necessità, ma non ci aveva fatto caso, poiché molti senza tetto sono discontinui, vanno e vengono senza regolarità, fa parte della loro “caratteristica”. Tuttavia, dopo il quarto giorno ha cominciato a dubitare che fosse loro accaduto qualcosa e, così, ha colto l’occasione per segnarlo al nostro agente che stava appunto rientrando a fine turno.


Time Corporation - Kurt Laster e George Sharkey

- Kurt Laster è pregato di recarsi immediatamente in direzione, ripeto Kurt Laster è richiesto in Direzione. - Il sistema di altoparlanti collocati nel controsoffitto dei lunghi corridoi ripeté due volte l'avviso e, in mezzo alla folla anonima che si muoveva nella grande hall del grattacielo, una figura in tuta verde si portò fino a un ascensore contrassegnato da un triangolo rosso su ciascuna delle due porte, che racchiudeva la scritta “privato”. Entrò, tabulò rapidamente un codice sulla tastiera e l'ascensore discese silenzioso fino al settimo livello sottoterra, aprendosi direttamente in un ampio locale sul quale si affacciavano diverse porte, tutte di colore grigio, tranne una di colore rosso. Questa si aprì e:

- Accomodati, Kurt, accomodati, mettiti a tuo agio, dobbiamo discutere di lavoro. Che cosa preferisci: Wischey americano o cognac francese? -


Agenzia Viaggi

- Chron, dovremo chiudere un paio di giorni per l’adeguamento della struttura informatica e quello di telecomunicazione nelle nostre filiali. C’è un grosso problema.

- Ma non è possibile, Faish! Abbiamo un sacco di lavoro inevaso! Non è assolutamente pensabile di poter fermare la nostra attività proprio adesso: rischiamo di subire un forte default della nostra clientela.

- Non si può fare diversamente. Sono saltati tutti i sistemi informatici e anche quelli relativi alle connessioni di geolocalizzazione a causa di un’anomala attività delle macchie solari. Non è successo solo a noi: la Rete è completamente bloccata. Non abbiamo alcuna altra alternativa.

- Non possiamo farlo, adesso: abbiamo diversi turisti fuori e dobbiamo mantenerci in contatto con loro per ogni evenienza. Non è mai successo nulla di grave in tutti gli anni della nostra attività, ma non si può mai dire: l’imprevisto può sempre accadere!


Terzo giorno - L’aggressione

Il tempo era trascorso incredibilmente veloce. Dopo una consultazione dei testi in alcune librerie cittadine dell’epoca in cui si era potuto agevolmente spostare con il suo dispositivo personale aveva presto individuato la malattia la cui natura già sospettava e il farmaco adatto a curarla...


... Era esultante per essere riuscito nel suo scopo così in fretta di poter tornare subito da Sahila: questo pensiero distrasse la sua attenzione dalla realtà della città, così, poco dopo averlo ritirato ed essersi allontanato fu aggredito, stordito da un colpo sulla testa e messo a dormire da un tampone di cloroformio postogli in faccia da due robuste mani e subito spostato in un furgone. Se non fosse stato assorto nei suoi pensieri si sarebbe certo accorto in anticipo di ciò che stava per succedere: la sua mano sinistra non ebbe tempo di formulare un’equazione difensiva.