L'incantatore

Mastro Gerhard Lock

- Gerhard Lock, Mastro Gerhard Lock: questo è il nome dell'uomo che dovete trovare. Cercatelo, frugate in ogni dove, in ogni villaggio, in ogni contrada, in ogni borgo sia di lui cercata traccia. Andate per i campi e per le valli, bussate alle porte delle case: trovatelo e portatelo davanti a me. Vivo! Lo voglio vivo, ricordate! Che non sia ferito da freccia, da picca, né da spada, pena la legge: Qui gladio ferit, gladio perit. Di questo vi sia memoria, quando l'incontrerete, se no di voi memoria non resterà.

- Conosco la Legge e ad essa mi atterrò. Ma... dove costui vive, Mio Signore? Che aspetto egli ha o che aspetto può egli avere?

- Non ci è dato ritratto del suo aspetto avere, nessuna effige del suo volto abbiamo: egli è alto, neri i suoi capelli, forti le sue braccia, dove egli abbia ora dimora noi non sappiamo. Nessuno è al corrente dei suoi spostamenti: un velo di nebbia oscura e buia sembra proteggere il suo percorso. Non si ferma mai a lungo nello stesso luogo, dorme di giorno e si sposta di notte o così, almeno, nel Reame questo, di lui, si dice...

- Certo non sarà facile trovarlo, il Regno è grande, mio Signore. Scarna è la descrizione di costui che si adatta a vagabondi ed a gente senza dimora. Non esiste un'indicazione che possa aiutarci a riconoscerlo? Qualche particolare che lo connoti? Un marchio? Un tatuaggio? Una cicatrice? Una ferita recente? Un uomo che di lui ricordi il volto?

- Monta uno stallone nero.

- Uno stallone nero? Qui, nel Reame, quasi tutti gli //stalloni sono neri o di manto scuro e di notte, mio signore, come dice quel detto, tutte le vacche sono bigie.

- Lui... lui... gli parla.

- Il cavallo parla?

- Non hai capito, stupido! Lui parla al cavallo....

Il Mulino

- Guten Morgen, Meine Dame! Guten Morgen schön Brunhilde. Wie geht es Ihnen? Vedervi è una luce per gli occhi!

- Mir geht es gut, sto bene, sto bene. Buongiorno anche a voi, Bürgermeister Frank, posso fare qualcosa per voi? Mio marito è andato al villaggio vicino a consegnare una partita di farina lavorata. É partito presto questa mattina e dovrebbe essere di ritorno fra poco: ormai è quasi mezzogiorno e, sapete, lui non manca mai all'ora del pasto.

- Ja, io conosco bene lui, ja: è un buongustaio lui e voi, Meine Dame, siete un'ottima cuoca. No, non mi occorre la sua presenza, anche se sarò lieto di salutarlo e di alcuna cosa con lui discorrere, quando arriverà, se sarò ancor qui. Mi occorre un po' di farina, un sacco, credo, basterà: mia moglie ha quasi terminato la sua scorta - è a metà di quanta ne tiene la dispensa - l'inverno freddo si avvicina e ben ne riconosco i segni dal manto bianco che copre la cima delle vette lontane...

La Mitologia Norrena - Primo incontro

- Questo nostro primo incontro, questa sera, qui nel Teatro del Palazzo delle Feste della nostra città, ha lo scopo di far conoscere una antica forma di letteratura a quanti non ne hanno mai sentito parlare prima d'ora, della quale, nel corso dei secoli, ci è giunta solo una piccola parte: oggi parleremo della Mitologia Norrena e di quanto di essa conosciamo. Al termine della conferenza quanti vorranno fermarsi per avere ulteriori informazioni saranno i benvenuti e mi potranno incontrare nel Foyer del Teatro, dove è allestito un piccolo buffet freddo. Inizierò con alcuni cenni geografici e storici per inquadrare i luoghi e l'epoca di cui parlerò questa sera.

La Scandinavia è una regione del nord Europa che comprende Norvegia, Svezia e Danimarca (benché quest'ultima non faccia parte della penisola scandinava) che hanno importanti legami culturali, storici e linguistici....

La notte della luna nera

- Il buio era totale. Era la prima fase della luna nera: neppure un flebile sciabordio di pallida luce rimbalzava sulla terra, ovattata dall'oscurità che avvolgeva ogni cosa. Ogni cosa era buia ed il buio copriva ogni cosa. L'uomo si spostava a cavallo nella fitta foresta e nera, cauto e lento, ma senza difficoltà. A tratti vapori caldi, d'erbe odorose impregnati, scaldate dal giorno trascorso, salivano dalla terra umida, più neri del nero della notte, più oscuri dell'oscuro del cielo scuro. L'uomo non vedeva nel buio fitto e profondo, ma percepiva gli ostacoli dall'odore che emanavano e guidava abilmente l'animale che montava, il quale, tuttavia, nel buio ben vedeva dove muoversi.

- Adagio - sussurrò, protendendosi in avanti verso l'orecchio destro dell'animale e sfiorando con il volto la sua folta criniera - adagio, siamo nel punto in cui la foresta è più fitta ed i rami degli alberi fanno intreccio basso fra loro. - Il cavallo rallentò, ebbe un brivido che trasmise al suo cavaliere e - Lo vedo bene. - sussurrò in un Antico Linguaggio, fatto di sbuffi, soffi, parole inaudibili e incomprensibili ad altro orecchio, che legava in comunicazione unica l'animale al suo cavaliere. - Non serve che ciò tu mi dica. Tu al buio percepisci l'odore degli ostacoli, mentre io omnia bene video, li vedo perfettamente, vedo tutto intorno a me, pur in questo oscuro momento senza luna. Potrei attraversare tutta la foresta al galoppo senza un solo ramo basso sfiorare, né una foglia far cadere: non dimenticare che i miei occhi, a differenza di quelli dei miei fratelli di questa terra, non vedono solo la luce del giorno, ma anche le molte tonalità oscure del buio più profondo.

- Bravo! - rispose, sempre sussurrando, l'uomo nell'Antico Linguaggio - Corri e galoppa e salta, dunque! Così ci sentiranno a grande distanza e, in poco tempo, ci saranno addosso tutti i soldati del Reame, anche quelli sordi e ciechi e sciancati in battaglia, desiosi del premio su di me posto...

La Casa

Il cavallo ed il cavaliere giunsero davanti alla casa di pietre e legno costruita in mezzo alla radura che si apriva nel cuore della foresta. Il cavallo si avvicinò lentamente, girò due volte intorno alla casa, dando modo al suo cavaliere di ben esplorare i dintorni, poi si avvicinò alla parte frontale della costruzione.

Uno zoccolo percosse lievemente due volte il soffice terreno, umido della pioggia della notte precedente, davanti alla porta dell'abitazione. Due figure ammantate di nero uscirono dal buio dell'interno, ove nessuna candela era accesa, nel buio esterno della notte di luna nera.

- Guten abend - disse il cavaliere rivolto alle due ombre comparsa dal buio nel buio.

- Alta nox est - Disse una delle due figure - quid vis?

- Loquerisne latine? - domandò il cavaliere.

- Quidem - rispose ancora la figura scura - Tu locutus es.

- È bello sentir parlare la lingua del bene e del giusto. Possiamo avere un po' d'acqua? Da molto tempo viaggiamo.

- Statim et cito, presto e subito - disse una voce giovane - vado nella stalla e torno con un secchio per la vostra cavalcatura ed anche un po' di biada.

- Et tam cito, presto e bene - disse una voce più matura - Rientro in casa e porto una scodella con acqua e del pane. Non è fresco, purtroppo, ma è sempre buono per chi ha fame.

- Gratias agimus vobis - disse il cavaliere - Vi ringrazio. É molto che viaggiamo ed abbiamo bisogno di acqua e nutrimento...

Il Basilisco

- Dicono che nella foresta di Northpole, nella parte più a nord e più secca di vegetazione sia stato visto un basilisco. Sarà opportuno non addentrarsi troppo in quella zona.

- La nostra missione non ci porta da quelle parti, per fortuna nostra, Ghunter.

-É vero, ma se le tracce che per ora non abbiamo trovato di colui che cerchiamo, dovessero mai dirigersi in quella zona saremo obbligati a seguirle per adempiere al nostro incarico.

- Bene, Ghunter, sarà quel che gli dei vorranno.

- Che cosa è un basilisco?

- Hah, sentilo, Gunther! Il cadetto non sa che cosa è un basilisco...