Non per durare

Teeh-b'cha - L'annuncio

- Che cosa? Mi stai dicendo che li hai creati dal nulla inesistente e li hai costruiti e programmati solo per riprodursi e non per durare? Li hai fatti senza altro scopo che questo? Con esistenza a termine e fine certa, ma con data a loro ignota e inconoscibile? Questo di così abominevole tu mi stai dicendo di aver fatto? Non potranno conoscere la durata della loro breve vita, né sapere il ciclo garcaniano del suo stesso termine?
- Sì, è così, Raah-b'cha!
- E lo dici così apertamente? Mi comunichi questa folle notizia con aride parole e senza emozione alcuna, parlandone come si trattasse di una normale sub-routine di laboratorio, uno dei tanti e grigi passi procedurali dell'integrazione strutturale di un abituale programma operativo, di quelli che vengono più volte attivati a ogni ciclo garcaniano nel Palazzo della Scienza Vera?
- È così.
- È assurdo, inconcepibile alla ragione, è del tutto folle! Non ti rendi conto del crimine che hai commesso? Hai condannato alla Sofferenza Vitale e al Termine tutte le non-esistenze che hai creato, dando loro un inizio nella trama del Tempo, prima a esse ignoto, così come esse erano ignote al Tempo stesso! Hai offerto e dato il dolore a quanti non potevano conoscerlo, poiché ancora non erano! Li hai tolti dal morbido tessuto spumoso del nulla spazio-temporale, dal silenzio del sonno cosmico, nel quale la materia-energia fluttua senza forma e senza percezione di sè!

Pianeta oscuro - Grall-Yaa 2 A.L 2540

...si scosse di colpo dalle sue riflessioni. Un rumore sordo, accompagnato da una vibrazione che muoveva l'aria come una spazzola muove la sabbia dal terreno, aveva attratto la sua attenzione: proveniva dal limite della foresta, poco distante dal punto in cui lei si trovava ed era collegato a qualcosa che pareva essere collocato in alto, nel cielo.

Riprese il cammino, avvicinandosi con prudenza al terreno scoperto, restando entro i bordi della folta e rassicurante vegetazione verde che segnava il confine tra la foresta e la grande radura che si stendeva davanti a questa.
Guardò in alto, seguendo il rumore che aveva destato la sua attenzione. Uno strano oggetto, per lei inconsueto, a base quadrangolare stava scendendo veloce dal cielo, accompagnato da un sordo brontolio e da una torpida vibrazione dell'aria, che diveniva traslucida e opaca lungo il decorso di caduta dell'oggetto, sia nello spazio sottostante che in quello superiore da cui proveniva. Rallentò la sua caduta a poca distanza dal terreno e si mantenne sollevato come le foglie di un grande albero mosse dal vento, che si abbassano piegate verso terra sotto la sua spinta, per poi toccare, qui, dolcemente il suolo con una vibrazione silenziosa, assestandosi nel terreno poco oltre il centro della radura...